Stencil e bomboletta. Queste le due modalità di intervento utilizzate dall’artista norvegese per realizzare l’opera qui ad Outdoor. L’una precisa e meccanica, l’altra impulsiva e caotica. La stanza di dimensioni ridotte rispetto alle restanti, facilita lo spettatore a compiere un rapido sguardo panoramico innescando il senso ritmico e dinamico dell’opera. Le due figure si rincorrono senza soluzione di continuità, una intenta a disegnare, l’altra a coprirne le tracce con della vernice bianca. Non ci è dato sapere chi ha iniziato e chi concluderà; i due gesti in antitesi tra loro corrispondono ai due momenti nei quali si dispiega la temporalità effimera dell’arte urbana e la ciclicità delle dinamiche che avvengono sui muri nei contesti urbani. Una lotta tra due forze contrarie sulle quali però l’artista sospende il giudizio limitandosi a descriverne il suo svolgimento semplicemente come il gioco necessario tra opposti.