Giulio Romano è probabilmente citato nel Racconto d’Inverno di William Shakespeare, unico artefice a godere di tale onore. Il drammaturgo inglese immagina che Giulio sia uno scultore capace di creare statue quasi viventi, e lo chiama “illustre maestro italiano”. Anche se l’allusione all’arte della scultura sembra non corretta, la capacità dell’allievo di Raffaello di creare ambienti che oggi definiremmo multisensoriali è facilmente accostabile alla scintilla di genio assoluto in grado di rendere viva la materia, che Shakespeare evoca. Poiché “Giulio Romano… se avesse il dono dell’immortalità e potesse infondere un alito di vita alle sue opere ruberebbe il mestiere alla natura, tanto la sa imitare a perfezione…” Definizione accurata e brillante del Manierismo stesso.
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