In Notti Bianche il paesaggio rappresentato dall’artista è un paesaggio analitico, tirato al limite delle possibilità descrittive, che arriva fino all’estensione più lontana dei piani prospettici e contemporaneamente afferma la sua irrappresentabilità, la sua non concreta negazione. La prima impressione che si ha guardando le opere di Serse è quella di trovarsi dinanzi delle fotografie, solo ad un’analisi più attenta ci si accorge di avere davanti dei disegni, dall’esecuzione minuziosa. Questo perché il suo linguaggio artistico si sviluppa attraverso la tecnica del disegno a grafite su carta, incollata su alluminio. L’interesse dell’artista affonda nelle tematiche del sublime: i suoi paesaggi sono dunque vedute hanno spesso un rapporto con l’impossibilità, l’ allucinazione e\o perdita.