Litografie pubblicate dall’Editore Ricordi da disegni di Alessandro Sanquirico per opere e balletti dal 1828 al 1832.
Figura fondamentale della Scala dell’Ottocento è Alessandro Sanquirico. Nato a Milano il 27 luglio 1777, lo scenografo incarna le tipiche qualità del milanese: lavoratore instancabile, amante di convivi, riunioni, discussioni. Soprattutto, dell’azione. Si direbbe che abbia il dono dell’ubiquità: il 1º dicembre 1822 cura l’allestimento alla Scala in onore del duca di Wellington accolto trionfalmente a Milano, e la medesima sera è al Teatro Re per sovrintendere al Mosè in Egitto di Rossini. Nel 1830 riesce a mandare in scena contemporaneamente due opere destinate a rimanere nella storia: I Capuleti e i Montecchi di Bellini alla Scala, e Anna Bolena di Donizetti in prima assoluta al teatro Carcano. Velocissimo nel disegnare e realizzare apparati in pochi giorni, Sanquirico affronta le commissioni in modo realistico e positivo. A lui si deve anche il rifacimento nel 1830 del decoro degli interni della Scala.
L’elenco degli spettacoli che firma, tra opere e balli, di cui parecchie prime esecuzioni, è impressionante (tre, quattro o cinquecento?). E così pure le incisioni, le guazze, i disegni per gli affreschi, gli album. Nel suo operare, Sanquirico ha una marcia in più: in anticipo sui tempi, sfrutta il valore commerciale delle sue opere realizzando grandi album che dona a illustri personaggi e personalità (da Giuditta Pasta all’Imperatore, da Carlo Alberto a Isabella di Borbone) con il doppio risultato di svolgere attività promozionale e di lasciare una ampissima documentazione per i posteri. Tra i suoi ammiratori c’è anche Stendhal, che racconta di non aver mai visto gli eterni problemi della finzione teatrale – una tempesta, un incendio, l’eruzione di un vulcano - risolti con tecniche così ardite.
Di giallo si tinge la sua morte, avvenuta il 12 marzo 1849: pare avesse assunto una sostanza tossica, scambiandola per una bevanda.
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