Ecco un’opera caratteristica dell’ultima produzione di Luigi Ontani, che fa parte di una serie che lui chiama le AnamorPose, alludendo chiaramente al concetto di anamorfosi. Il titolo stesso è un mot-valise, che funge da specchio dell’ibrido immaginario da cui l’artista trae ispirazione. Le fotografie lo raffigurano che ammicca con ironia e leggerezza allo spettatore, indossando una maschera balinese di moro, sormontata da una corona d’ossi. Ripetuti soggiorni nel paradiso indonesiano di Bali e il contatto diretto con gli artigiani del luogo hanno portato Ontani a far realizzare in questo luogo esotico una serie di maschere in ceramica o legno dipinte a mano. Il lavoro è realizzato con la tecnica della stampa lenticolare, composta a partire dalla sovrapposizione di due o più fotografie differenti. A seconda di come l’osservatore si muove di fronte all’opera essa cambia e pare muoversi, così che anche l’artista, ivi raffigurato, appare in movimento. Le architetture complesse di rimandi colti, tipiche della produzione dell’artista, sono ben condensate anche in questo lavoro. Testo di Michela de Riso