A Venezia Francesco Zuccarelli giunse all’apice della fama grazie soprattutto alla protezione di un collezionista qualificato come il console inglese Joseph Smith e alle prestigiose commissioni di Francesco Algarotti per la corte sassone. Mediando sogno e realtà nella favola abitata da un’umanità spensierata, pastori, pastorelle, lavandaie e pescatori, il pittore esprime una natura ideale capace di suscitare l’ammirazione dei contemporanei e di incontrare i favori delle corti europee.