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Parigi Alberto e Maria Gloria, Oggetto 57

Carla Lonzi18 aprile 1953 - 04 settembre 1965

La Galleria Nazionale

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Roma, Italia

Sono trattati con precisione e dettaglio argomenti di carattere culturale, quali la pittura, il cinema, il teatro, la politica; da rimarcare il rapporto di amicizia della coppia con la sorella Lidia.

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  • Titolo: Parigi Alberto e Maria Gloria, Oggetto 57
  • Creatore: Lonzi Carla
  • Data di creazione: 18 aprile 1953 - 04 settembre 1965
  • Trascrizione:
    Cara Caila, se il 9 prossimo ci deve essere la cerimonia del 'Pierrot lunaire' forse queste lettere ti arriverà in tempo? certo dipendend da quando la spediremo perché non semprëe si è in grado di pensare con chiarezza ciò che si avver_ te nebulosmente e spesso è questione solo di momento adatto'. Comw que qualche controprecisazione. If Cézanne bianco mi ha fatto brutta impressio ne in bideco, il foglieme però peģio di tutto. Quel ritratto per me è un esempio di finta potenza rappresentativa, non saprei dire perché ma comun_ que tenendo presente proprio la 'materia disadornat e 13 semplicità d'im postazione del panneggio e del volta. Sono ritornato su questo discorso perché per me è fondamentale intenersi sorrattutto sui punti controversi e precisare il senso e il valore dei dubbi che prendono di fronte a certe opere di artisti indiscussi. Non so bene che strada bisogna battere ma mi pare che un po' di luce possa sekturire da esempi ripetuti. Sono d'accordo con te per le quinte! Cietro la "Lola de Valence; mi ero gccortoanch'io che non servivano gran che alla figura e anzi la disturbavano. Lei da sola invece è una delle cose più belle che abbia visto finora; soprattutto ni ha colpito l'audacia degli accapai tonali apparentemente impossibili, cioè deiverdi intensi e dei rossi accesi della sottane, con i rosa e azzurri pal lidi e velati del busto. In fondo, si dirà, non è molto; ma invece è stra_ ordinario come a volte ciò possa commuovere, perché some il 'segno' o l'orma di una magnanimità e forza vitale, di un accordo raro fra lo spirin to e la ricchezza dei sensi. Tutto ciò umanamente valido perché solidamentē ancorato a un preciso momento storico. Anzi dopo dovrà /airti Saaicosa sul realismo di senso' che forse avrai rivisto. Quanto al Toulouse Lautrec hai ragione, solo che io parlavo più che altro dei pavimento rosso, mentre il resto, cioè le figure di fondo, era dispiaciuto anche a me. Il pavimento in vece, son l'intensità di quella dominante rossa, mi ha ricordato certe allu cinazioni borghesi di Poe. (Mi sono espresso male mer forse hai capito). Di Settat preferisco la piccola poseuse! al paeseggio marino, anzi devo direzele mi sono sempre sforzato in buona fede di entrsze nello spirito, o meglio nel punto di vista del longhi che ammira Seurat e non puo vedere Gau guin a non mi è mai riuscito. La grande jatte mi è sempre piaciuta; ma for se pet suggestione di Noa Noa', non tutto Gauguin, ma certe sue cose, par ticolarmente alcune incisioni in legno e certe nature morte di ogge tie frutti tropicali che sembrano scolpiti più che dipin ti, mi hanno detto di più. Longhi addirittura parla di Gauguin come di un cavallaccio di ritorno dal conteso iArezzo', alludendo a una probabile ispirebione di Gauguin di fronte alla copia degli affreschi di s.Francesco visit ile in un 'retrostan i di Roma. Tu che dici? Ritornando un momento alla 'roseuse', mi piace in quel quadretto l'atmosfera intima e raccolta che circole intorno alla figu. ra e la situa in un preciso spazio fisico e sentimentale Il paesaggio ma rino invece è troppo meridiano, digrada nello scialbo e nell'incolore, si avverte in esso maggiormente la fon funzionalità della tecnica pointilliste che è più giustificata in un quadro come 'La grande jatter piezo a'erbe, ai fronde, di miroitements dell'acqu del fiume. Il piccolo Degas mi piacque troppo per potermi sembrare frutto del caso odi un momento di felicità pit torica; mi vienl fatto di pensare quegli squisiti internisti che sono Bon nard e vuillard, in cui il tono è così giusto che suggerisce tutto un mondo il De Pisis del Fiorino che certo ricorderai. Per courbet si rimane al punto di prima; bisognerebbe che lo rj vedessi con calma, pero comincio a credere che si tratti di una incompatibilità spirituale. Di Corot mi ricor_ do il 'castello di Pierrefongs, ii tenpo per meditarci comunque mi serve sempre, naturalmente vedendo altre cose, il che penso non sar tanto facile Mi dispiace di non aver guardato con pilt cura il Sisley, Benché l'abbia no tato. Anche su Bazille sorvolai, cosi in evidenza com'era. I pissarro e il Sisley, a ricordarmeli ora, mi sembraron a piuttosto vicini i intonazione, distanti conferano de come ci si aspetta l'impressionismo, sobri e naturali simpatici, preto verde e cielo grigio; me ne è rimasta questa impressione, Perse Sheftdata: Purtroppo ti devo fare una confessione: non ho capito il come e per casella, Piero per me è meridiano', me lo sono anche riguardato appo sta, ora che a varia nanno regalato il volumetto Skira curato da I.Venturi.
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