Questa ruota perpetua è un’evoluzione di quella descritta nel VII secolo dal matematico e astronomo indiano Brahmagupta. Il funzionamento si basa sullo spostamento del mercurio all’interno dei raggi cavi che sostengono il cerchione. Bhāskara modifica la ruota conferendo ai raggi un profilo curvo che richiamasse la forma del fiore Tabernaemontana coronaria. Con la conformazione a settore di cerchio il percorso del mercurio diventa asimmetrico, curvo verso il basso nel senso di rotazione e curvo verso l’alto nel senso di risalita della ruota. In questo modo si riteneva che lo spostamento più repentino del mercurio, dovuto alla traiettoria convessa, portasse un vantaggio meccanico rispetto alla fase di risalita quando, grazie alla forma concava del percorso, il mercurio anticipava la sua risalita verso il centro. Combinando una serie di raggi cavi di tal genere si pensava di ottenere una sequenza di impulsi capace di mantenere la ruota in movimento. Questo modello di ruota sarà ripreso anche nella tradizione ingegneristica araba e quindi in quella occidentale, nella quale il mercurio verrà sostituito con sfere mobili.