Dopo Filarete che progetta Sforzinda, una città ideale in onore di Francesco Sforza, anche Leonardo è affascinato dall'idea di pianificare una città come un organismo formalmente compiuto. Le vie d'acqua sono importanti quanto le strade ma "a volere che questa cosa abbia effetto è necessario eleggere sito accomodato come porsi vicino ad un fiume il quale ti dia i canali". Il problema di Milano è la mancanza di un grande fiume con portata costante come il Ticino. Leonardo lo indica nei suoi progetti, pensando forse a un ruolo nuovo per Vigevano, città cara a Ludovico il Moro. Per evitare le violente piene del fiume, Leonardo colloca la sua città a una certa distanza collegata tramite un "canale maggiore", dotato di una conca: "quando serri la porta l'acqua empie la conca e le navi basse s'alzano e tornano allo universal piano della città".