Reclinato su uno stipite di pietra, con il visetto posato sulle mani intrecciate, un bambino dallo sguardo fiducioso medita assorto in pensieri vagamenti malinconici. La tenue gamma cromatica e la stesura pittorica di qualità rendono palpabile il sentimento di tenerezza che intesse l’effigie del fanciullo, sorretta da un accuratissimo impianto disegnativo. Lega elabora una forma che si fa sintetica fin quasi all’astrazione, come nel fregio di rose, ma diviene meticolosa descrizione nelle fattezze del volto e della veste.