Intellettuale, scrittore, poeta, ma anche valente pittore, Max Jacob fu una figura fondamentale, tragica e buffa, della Parigi delle avanguardie. Amico di Picasso e di Modigliani, che ne fecero più volte il ritratto, trascorse una vita tormentata. Lui, brillante pensatore, si confrontava quotidianamente con i dubbi in materia di religione e di etica. Alla fine, negli anni della seconda guerra mondiale, vide la propria famiglia di origine ebraica sterminata dai nazisti e venne personalmente internato in un campo di concentramento francese, dove morì di stenti e broncopolmonite. I suoi disegni, di solito rapidi schizzi, mostrano ironia e divertimento. Al contrario, i suoi quadri, sebbene abbastanza rari, ci rivelano un artista complesso, che seguiva alla lontana i dettami del Cubismo e del Futurismo, mantenendo sempre una forte impronta figurativa. In quest'opera, in particolare, Jacob usa un tocco avvolgente alla Vuillard, componendo un magnifico ritratto di signora, di grande gusto e sensibilità cromatica. Il viso di lei, dai tratti decisi, spicca davanti ad una tappezzeria fiorita e verde, come nei dipinti di Van Gogh. Linee mobili di colore regalano al pastello un’armonia vorticosa che lo rende convincente in modo immediato.
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