La forza aspressiva di questo ritratto è sottolineata dalla luce radente che enfatizza i tratti del volto. Il realismo è particolarmente evidente nei peli della barba incolta sul mento e nelle vene pulsanti della tempia. Il profilo è un preciso riferimento al modello classico delle monete antiche con i ritratti degli imperatori romani, collezionate nel Quattrocento. In quest'opera Mantegna aveva utilizzato materiali preziosi in parte perduti: lo sfondo scuro, che oggi appare molto sobrio, in orgine era di un azzurro brillante ottenuto dalle pietre di lapislazzuli, molto costose.E' comunque ancora possibile riconoscere nell'opera un'altissima qualita', che fa attribuire la tavola alla prima fase dell'attivita' dell'artista, verso il 1450.