Benché nato nella capitale argentina, il pittore trae le sue origini da una nobile famiglia di Spilimbergo, ovvero l’omonima cittadina friulana in cui in seguito ritornò e dove morì. L’artista è uno degli esponenti fondamentali della cosiddetta corrente Chiarista, che si sviluppò tra Milano e l’Alto Mantovano nel periodo tra le due guerre. Come spiega facilmente il nome, si tratta di un gruppo di autori che privilegiano i colori chiari, se non il bianco stesso, e una trattazione libera dei soggetti, seguendo alla lontana il gusto delle più aggiornate correnti d’oltralpe e in particolare il magistero di Henri Matisse. Spilimbergo è pittore sincero, capace di un’ottima costruzione dei suoi temi, molto interessato ai paesaggi, talvolta innevati, talvolta impreziositi dai lineamenti di una Venezia diafana, ma incline anche al ritratto. Ad esempio, questa opera mostra una giovane signora dall’aria un poco sfrontata che ci guarda esibendo un generoso decolté. Come si nota, i toni della tela passano dal rosa all’azzurro per scurirsi poi nei capelli bruni e nel rosso delle labbra quasi provocanti. Un artista interessante, che condusse una vita abbastanza schiva, certo del proprio genio e capace di riunire una raffinatezza artigianale e un grande esercizio di talento.
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