Adele De Capitani Da Vimercate, figlia di Ambrogio, appartiene con il fratello Guido, con cui beneficia l'Ospedale Maggiore, a una famiglia nobile d'antico lignaggio. I due congiunti si occupano generosamente in vita di numerosi Enti benefici e assistenziali, tra i quali la Ca' Granda, cui destinano nel 1936, 120.000 lire, chiedendo che il ritratto a mezza figura di entrambi sia eseguito da Giuseppe Palanti, abile rittrattista molto amato dalla borghesia milanese. I due ritratti sono infatti realizzati "en pendant" ed entrambi non sono di gradimento della Commissione Artistica che li accetta ma li giudica "inferiori alle doti e alla fama dell'autore". Il ritratto di Adele è, per impostazione e caratteri stilistici, analogo a quello del fratello. Molto gradevole, ritrae la benefattrice con la stessa espressione bonaria e nella medesima posizione di Guido; anche in questa tela è presente lo stemma di famiglia. Per Adele qualche concessione in più, trattandosi di una signora, a un paio di dettagli civettuoli: la bella collana di perle e l'elegante, lievissima stola di pizzo che trattieme con la punta delle dita di entrambe le mani.