Angelo Alessandro Armelloni (1869-1938), figlio di un droghiere di Soresina (Cremona), venuto a Milano in cerca di lavoro, vive i primi anni poveramente; poi trova impiego nella società Pirelli, finché dopo alcuni anni si dimette per diventare viaggiatore di commercio per l'azienda di prodotti chimici Bertarelli (tre fratelli, Ambrogio, Luigi, Tommaso, tutti e tre benefattori dell'Ospedale Maggiore). L'esempio dei suoi tre datori di lavoro lo stimola a destinare nel testamento tutte le sue sostanze all'Ospedale, che affida la commissione del ritratto a Roberto Aloi, cui chiede comunque, a quadro ultimato diverse modifiche: "occorre prospettare il pavimento, attenuare le ombre dei piedi, il quadro dietro la figura deve essere precisato". Il dipinto è un interessante esempio del realismo di Aloi: la figura del benefattore è isolata in uno spazio sostanzialmente neutro, senza inutili accessori, in una dimensione di solitudine che allude non tanto a un suo stato d'animo ma è metafora universale della condizione umana.