Antonio Crocetti (1862 - 1932), nato a Ascoli Piceno (il padre è un noto avvocato civilista ascolano, fondatore della filiale locale della Cassa di Risparmio e Presidente dell'Ordine degli Avvocati), si laurea in legge a Bologna e dopo un iniziale periodo in cui esercita la libera professione, entra in Prefettura, svolgendo il suo incarico nella pubblica amministrazione, quasi sempre addetto al settore delle Istituzioni Pubbliche di Beneficenza in molte città d'Italia, tra cui Bergamo. La vicinanza di questa città a Milano gli consente di frequentare il capoluogo lombardo. Trascorre gli ultimi quindici anni di vita nelle Marche, dove era tornato a vivere. Nel testamento destina il suo patrimonio in beni mobii e immobili di circa 500.000 lire all'Ospedale Maggiore, nominando esecutore testamentario Riccardo Ricci, un suo amico avvocato che risiedeva a Milano, figlio del celebre giurista Francesco. Un aneddoto dice che ormai prossimo a morire si sia raccomandato di avere una bella bara per fare una buona figura quando da Milano fossero giunti per il suo funerale "i signori dell'Ospedale Maggiore" e che l'abbia voluta rivestita in raso perchè andava a "abitare" in un cimitero in montagna e "lassù ci sarà freddo". Il ritratto del benefattore viene commissionato al pittore marchigiano Anselmo Bucci, che utilizza come modello per i tratti del viso una fototessera usata anche per il necrologio dell'avvocato. L'artista risolve la povertà della documentazione iconografica raffigurando il benefattore durante una visita in auto al podere di famiglia "Castello Villa Sport", lasciato in eredità alla Ca' Granda, rappresentato sullo sfondo e del quale nella fototeca dell'Archivio ospedaliero si conservano anche diverse fotografie. Il pittore riesce così a dipingere una scena di vita vissuta alludendo nello stesso tempo alla donazione.
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