Antonio Curati, fratello di Carlo, a sua volta benefattore dell'Ospedale, già diversi anni prima di morire aveva lasciato all'Ospedale Maggiore beni e terreni da lui posseduti a Linate (Milano), in cambio di una rendita vitalizia. Alla sua morte, nel 1836, il ritratto viene commissionato al pittore Pietro Narducci, che esegue altre opere per la Quadreria ospedaliera e lo rappresenta con la formula del classico ritratto ambientato, nel suo studio, seduto tra il tavolo e il caminetto.