Antonio Parravicini (1644-1721), banchiere, era stato deputato per tre anni dell'Ospedale Maggiore. Nel testamento prevede un lascito immediato per l'Ospedale e tutta la sua eredità qualora l'erede nominato, il nipote, conte Giovanni Porta, fosse morto senza discendenti. L'Ospedale entra in possesso della consistente intera eredità, di beni mobili e immobili, nerl 1771. Tra gli oggetti, oltre a numerosi pezzi d'argento, anche un letto appartenuto a papa Innocenxo XI, che Antonio Parravicini aveva ereditato a sua volta dal fratello Giuseppe, monsignore e assistente di camera del papa. Il ritratto, attribuito, anche se permane qualche dubbio, a Antonio Lucini, è una delle quattro tele che il pittore esegue per la quadreria ospedaliera. Non si hanno notizie anagrafiche di questo artista, che attraverso le sue opere si mostra scarsamente influenzato dal barocchetto lombardo e ispirato piuttosto dal repertorio classico del cinque-seicento e dalla pittura realistica bergamasca. Qualche critico ipotizza che sia stato maestro di Giacomo Ceruti "il Pitocchetto". Nell'imponente iscrizione in basso si celebra la generosità verso l'Ospedale del benefattore, che ne addita la facciata; nel gruppo di persone rappresentate in una scena che si potrebbe definire "di carità", si riesce a individuare un secondo ritratto in formato minore del benefattore.
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