Arrigo Recordati (1927-1999) non beneficia direttamente l'Ospedale Maggiore. In sua memoria il presidente in carica nel 2000 dell'Azienda Recordati, Giovanni, si impegna a realizzare per l'Ospedale un reparto di terapia intensiva e degenza cardiologica e a ristrutturare altri spazi nel Padiglione “Coniugi Sacco”, che ospitino le strutture del Centro per l’Ipertensione. La donazione supera il milione e mezzo di euro. L'inaugurazione avviene nel 2004, alla presenza dell'allora Ministro della Salute Girolamo Sirchia. Arrigo è figlio di Giovanni (1898-1952), artefice della trasformazione dell’antica farmacia di famiglia, attiva dal 1820, in una moderna industria. Il “Laboratorio Farmacologico Reggiano", fondato a Correggio (Reggio Emilia) nel 1926, guardando alle più avanzate esperienze delle industrie Schiaparelli, Erba, Zambeletti, Lepetit, ha infatti le sue radici nel piccolo laboratorio dove Giovanni si era avventurato nello studio e nella preparazione dei farmaci. Quando scompare il padre, è Arrigo, il maggiore dei suoi otto figli, appena venticinquenne e a soli due anni dalla laurea in Chimica conseguita a Bologna, che si trova a dirigere l’azienda (che nel 1950 ha 325 dipendenti e occupa un’area di 15.000 metri quadrati). Con determinazione e avvedutezza, nel 1953 il giovane porta a compimento il progetto, avviato dal padre, di trasferire la produzione farmaceutica, la ricerca e la direzione generale da Correggio all’attuale sede di Milano, dove promuove la ricerca e la sperimentazione, clinica e di laboratorio, strategiche per la crescita di un'azienda di quel settore. Fonda nel 1963 un nuovo stabilimento ad Aprilia (Latina), che sostituisce poi quello di Correggio, si avventura sui mercati esteri, quota l'azienda in Borsa (1984) e affronta la crisi dell'industria farmaceutica nei primi anni Novanta. L'azienda occupa circa 2000 dipendenti, di cui 150 impegnati in attività di ricerca e sviluppo; i prodotti Recordati sono presenti in circa 100 Paesi. Quando Arrigo muore, nell'industria familiare è presente la sesta generazione dei Recordati, che in sua memoria, a un anno dalla scomparsa, istituisce un premio internazionale per la ricerca scientifica, assegnato con cadenza biennale, a uno scienziato che si sia distinto nel settore delle patologie cardiovascolari o nello studio di meccanismi biochimici di particolare rilevanza in campo terapeutico. Dopo l'ingente donazione alla Ca' Granda l'incarico dell’esecuzione del ritratto commemorativo è affidato a Alessandro Papetti (Milano 1958), artista che affianca alla pittura un’interessante attività incisoria. Rappresenta il personaggio in un'opera quasi monocromatica, dipinta con tocchi densi, rapidi e fitti, dove riflessi, ombreggiature e prospettiva sono affidate ad ampie pennellate di bianco più diluite; sullo sparato bianco dell'abito da sera spicca il volto volitivo, espressivo e spigoloso del capitano d'industria.
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