Attilio Lampugnani Visconti (1671-1757) ricopre diverse importanti cariche pubbliche (decurione della città di Milano, giudice delle Strade e delle Vettovaglie, governatore della Banca di Sant'Ambrogio) ed è per 8 volte deputato dell'Ospedale Maggiore tra il 1720 e il 1735. In un primo testamento aveva destinato i suoi averi alla costruzione di una casa di correzione. In seguito ai suggerimenti del suo amico, e poi esecutore testamentario, cardinale Giuseppe Pozzobonelli, e conoscenndo le difficoltà economiche dell'Ospedale Maggiore, lo nomina suo erede, destinandogli circa 250.000 lire. Nel testamento compaiono anche due legati, uno, assegnato vita natural durante all'esecutore testamentario, a sua volta benefattore dell'Ospedale, "di due brente di vino bianco e rosso dei migliori dei suoi possedimenti" e un altro, al piccolo oratorio, dove vuole essere sepolto, del suo abito di velluto, "da convertirsi in una pianeta o in un pallio". L'esecuzione del ritratto viene affidata a Giacomo Ceruti, pittore lombardo, attivo anche a Venezia e Padova, dove entra in contatto con la grande pittura veneta. Si cimenta in generi diversi, ma deve la sua fama alle rappresentazioni di mendicanti, storpi, vecchi, vagabondi, i cosiddetti "pitocchi", che gli valgono il soprannome de "il Pittochetto". Il benefattore, che nella mano destra regge un rosario, ha realisticamente il volto di un vecchio, segnato dalle rughe.
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