Beatrice Fortini (1865-1938), moglie di Cosmo Canzi, collabora con lui alla conduzione dell’azienda di famiglia di bilance di precisione. Alcuni anni dopo la morte del marito, nel 1943, dona all’Ospedale Maggiore, a nome di entrambi 100.000 lire; fa pervenire anche il proprio ritratto e quello del coniuge, che si erano fatti dipingere da Ambrogio Alciati, dopo la visita all’esposizione dei quadri della Festa del Perdono del 1915, in avevano maturato l’idea di beneficiare l’Ospedale e di “offrirsi”, come regalo per l’imminente anniversario delle nozze d’argento, due ritratti; avevano scelto come esecutore Alciati, uno degli artisti più in voga nella Milano del tempo, che realizza infatti due bellissimi quadri. Anche in questo dipinto, che è il 'pendant' di quello di Cosmo Canzi, l'abito è scuro, il fondale nero, in modo da concentrare, in mancanza di dettagli depistanti, tutta l'attenzione sul volto, dall'incarnato chiaro e dall'espressione dolce, in un abile gioco di effetti chiaroscurali, non presenti, questi, nel ritratto del marito. Anche il sapiente gioco di sobrie trasparenze del vestito è, rispetto al ritratto maschile, una concessione alla femminilità.