Beatrice "Bice" Pitò (1876-1943), napoletana, sposa il dottor Aldo Weill Schott, ricchissimo e appartenente a una potente famiglia di banchieri, appassionato di gare automobilistiche, che si laurea in medicina per aiutare il prossimo e non certo per guadagnarsi da vivere o fare carriera. Capitano medico durante la prima guerra mondiale, segue Baldo Rossi con la prima ambulanza medico-chirurgica da campo in zona d’operazioni. Intanto Bice fa la crocerossina volontaria negli ospedali militari. Insieme si trovano, sempre come volontari, a curare e assistere i feriti nel Padiglione Zonda dell’Ospedale Maggiore. "Bice", rimasta vedova, si trasferisce a Roma, occupandosi sempre di assistenza e istituzioni benefiche. Nel testamento lascia un milione di lire alle Piccole Suore dei Poveri di Napoli e 300.000 lire all’Ospedale, da destinarsi a migliorie e dotazioni sanitarie del Padiglione Zonda, “in memoria del suo adorato Aldo”. Il ritratto commemorativo è affidato, tre anni dopo la morte della benefattrice, a Raul Viviani che esegue un'opera in stile neo-divisionista; la posa e il volto richiamano un'istantanea fotografica.