Camilla Besozzi Figliodoni Lunati (1778-1854), nobildonna, nomina erede il nipote Paolo Taverna, con l'incarico di soddisfare con i suoi beni tutti i legati da lei previsti e di donare poi quanto rimaneva a opere religiose e assistenziali. Il nipote esegue scrupolosamente quanto prescritto, rinunciando addirittura alla sua parte di eredità. Esegue il ritratto l'apprezzato ritrattista Giuseppe Sogni, che raffigura la defunta con l'abito di seta guarnito di velluto e la cuffia di pizzo col nastro bianco che facevano effettivamente parte degli effetti personali della benefattrice. La nobildonna, discreta e modesta in vita (il suo epitaffio recita: "velato d'umiltà il bagliore del patriziato") è ritratta allo scrittoio, in una pausa della stesura del testamento, in un ambiente sobrio, mentre indica il busto in marmo raffigurante il marito, quasi a coinvolgerlo nel suo atto caritatevole. Con quest'opera garbata e composta Sogni conclude la sua collaborazione con l'Ospedale Maggiore.
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