Il dottor Camillo Hajech (1853-1934), primario di Pediatria presso l'Ospedale Maggiore di Milano, figlio dell'omonimo celebre ingegnere, fisico e scienziato oriundo di Praga, entra all'Ospedale come chirurgo praticante a soli 23 anni, subito dopo la laurea conseguita a Pavia. Vi lavora fino al 1916, ma ormai in pensione, si offre di prestarvi servizio gratuitamente per tutto il periodo della guerra. Tenace propugnatore dell'istituzione degli ospizi marini per la cura dei malati di tubercolosi, nel 1882 è tra i fondatori della Poliambulanza Milanese e per moltissimi anni segretario della Società italiana di Pediatria. Non beneficia direttamente l'Ospedale Maggiore. La vedova, Rachelina (Lina) Biffi, dispone una donazione di 100.000 lire a suo nome in favore dell'Ospedale per contribuire alla costruzione del Padiglione di Pediatria, cui aggiunge una somma analoga a nome proprio. Si offre di provvedere a sue spese, tramite artisti di sua scelta all'esecuzione dei due ritratti a figura intera. Nel dicembre 1934 la Commissione Artistica dell'Ospedale ratifica la commissione del ritratto del dottor Hajech a Eugenia Majocchi Bosone e di quello della moglie a Giuseppe Amisani. L'artista, nella sua piena maturità, ha come modello una piccola foto; rivela nella sua pittura il legame con l'impressionismo lombardo, per la particolare sensibilità per gli effetti luministici del paesaggio, ma anche una grande attenzione alla resa del volto del medico, illuminato da due occhi penetranti e carichi di umanità.