Carlo Rizzi (1849-1919), è figlio del medico milanese Mosè, che lavora all'Ospedale Maggiore anche nel ruolo di segretario della Commissione Medica e conclude la sua carriera ospedaliera come primario. Socialista, laureato in legge, notaio, non esercita la professione se non gratuitamente per i bisognosi, ma riveste cariche in associazioni benefiche e assistenziali: è delegato alla beneficenza nella Congregazione di Carità e membro dell'Assicurazione Soccorso degli infortuni sul lavoro. Nel suo testamento, in cui è lui stesso a sottolineare le positive qualità del suo carattere, destina all'Ospedale Maggiore 300.000 lire, comprensive di due legati in favore del Pio Istituto dei Sordomuti poveri di campagna e dell'Istituto San Vincenzo per i poveri deficienti. La Ca' Granda affida il ritratto a Giuseppe Amisani, che inizia con questo la collaborazione con la Quadreria per cui esegue 11 dipinti, declinando l'autocandidatura della pittrice Maria Biglia, cugina del benefattore. Allievo di Cesare Tallone all'Accademia di Brera, Amisani si era affermato come ritrattista (famoso il ritratto dell'attrice Lydia Borelli dell'Esposizione di Brera del 1912) dedicandosi a questo genere anche durante i suoi viaggi in Brasile e in Argentina.
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