La benefattrice, proprietaria di una bottega d'oro e gioielli, moglie di Filippo Pirogalli e sorella del canonico Giulio Cesare Boffi, entrambi benefattori dell'Ospedale Maggiore, nomina quest'ultimo erede universale con testamento 16 luglio 1691, con due legati, uno a favore di due gioiellieri affinché possano proseguire la loro attività e l'altro per la distribuzione dei suoi gioielli ad alcune chiese milanesi da lei elencate. Il ritratto è stato eseguito da Salomon Adler, pittore di Danzica, attivo a Venezia, Bergamo e Milano, influenzato dai grandi maestri, soprattutto da Rembrandt. Giunge con l'eredità della defunta, come testimonia nel testamento di Chiara Boffi la voce che esplicita un pagamento di 144 lire al "pittore Salomone". Nel dipinto la benefattrice sfoggia molti eleganti gioielli, dal collier di perle con croce di pietre preziose ai bracciali, sempre di perle a più fili fino agli anelli su entrambi gli anulari. Anche sotto il piccolo drappo poggiato sul tavolo spunta, oltre al ventaglio, un rosario concluso da una croce con prezioso pendente, con evidente allusione alla sua professione (e alla sua personale dote di gioie).