Cosmo Canzi (1865-1938) figlio del proprietario di una fabbrica di bilance di precisione, lavora con il padre, studia di sera, a diciotto anni si arruola volontario nei Granatieri di Sardegna e, al ritorno, continua a condurre con successo l’azienda paterna, aiutato anche dalla moglie Bice Fortini. Si dice che i due coniugi, durante una visita all’esposizione dei quadri della Festa del Perdono, abbiano maturato l’idea di beneficiare l’Ospedale Maggiore. Approfiitando dell'imminente ricorrenza dell' anniversario di matrimonio (le loro "nozze d'argento") decidono di farsi il reciproco regalo di un ritratto di Ambrogio Alciati. Alcuni anni dopo la morte del marito, nel 1943, Bice Fortini destina all’Ospedale 100.000 lire a nome di entrambi e fa pervenire, insieme al lascito, anche i due ritratti per la Quadreria Ospedaliera. I due dipinti sono "en pendant". Questo di Cosmo lo raffigura in abito scuro, contro un fondale nero; mancano dettagli specifici, la sobrietà cromatica è assoluta e tutta l'attenzione si concentra sulla particolare posizione della figura, che sembra quasi "uscire dalla tela" e venire incontro a chi guarda e sul luminoso viso espressivo dallo sguardo intenso, rischiarato anche dalla poche pennellate bianche della camicia.