Emilia Rovida e Giovanni Sissa non beneficiano direttamente l'Ospedale Maggiore. Fin dal giugno 1964 le figlie Ada e Antonietta, nubili, decidono di lasciare all'Ospedale un appartamento milanese di loro proprietà in corso Italia 9, affinché sia intitolato un piano del nuovo ospedale San Carlo Borromeo ai genitori: Giovani Sissa - fornitore per anni della Ca' Granda - ed Emilia Rovida. Con questo gesto intendono proseguire una tradizione familiare inaugurata dai loro parenti Angelo e Giuseppina Minorini, benefattori dell'Ospedale di Niguarda, ai quali è infatti intitolato il padiglione dell' accettazione. Il primo lascito è datato 18 ottobre 1964, dopo una supervisione delle due sorelle al cantiere. Ada (nata nel 1880) muore a Milano nel 1967, seguita due anni dopo da Antonietta (nata 1887), che risulta quindi la testatrice ufficiale. Sono sepolte nella tomba di famiglia al Cimitero Monumentale. Antonietta Sissa è anche benefattrice del Centro Nazionale di Studi Manzoniani, cui destina il bellissimo appartamento in via Rugabella 10, dove le due sorelle abitavano, affinché vi venga istituito un centro culturale, con l'obbligo di mantenere integre e in ordine le "parti di singolare pregio (soffitti, stucchi, dipinti, pannelli, porte, lampadari, specchiere ecc...) negli ambienti di rappresentanza". Dispone un legato di cinque milioni di lire in favore della Provincia Veneta della Compagnia del Gesù; lascia un prezioso arazzo all'Università Cattolica del Sacro Cuore, un pianoforte alla Casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi, e un altro pianoforte all'Istituto dei Ciechi. Nel 1970 l'Ospedale intitola a Giovanni ed Emilia Sissa la divisione pediatrica dell'Ospedale San Carlo Borromeo. Solo nel 1992, dopo la risoluzione di una lunga controversia legale, l'Ente commissiona il ritratto ufficiale dei coniugi Sissa ad Alberto Venditti, che li ritrae su due piani sfalsati in altezza, in un interno reso vivace dal tendone rosso alle loro spalle. Emilia Rovida, che appare molto più giovane del marito, con le gambe accavallate, ha una posa dinamica e un volto quasi "parlante": indossa un'elegante robe-manteau bianca a fiori rossi, mentre il marito un signorile abito blu con papillon. Le sorelle Sissa avevano fatto pervenire alla Ca' Granda, insieme all'eredità, due ritratti privati, singoli, a mezza figura dei genitori, fatti eseguire appositamente da Giovanni Malesci in previsione della donazione, che la Commissione Artistica non aveva giudicato idonei per formato alle esposizioni della Festa del Perdono, commissionando perciò questo ritratto ufficiale, e che sono comunque conservati nei Depositi.
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