Emilio Zonda (1875-1930), figlio di Ambrogio, facoltoso industriale del ramo vinicolo, che aveva intuito l'immenso potenziale enologico degli ancora non sfruttati territori dell'Italia meridionale, continuatore dell'attività familiare col fratello Enrico, è dedito, con Enrico e la sorella Emma alla filantropia: decidono di finanziare la realizzazione del padiglione chirurgico del Policlinico, che ancora oggi porta il loro nome. La prima commissione del ritratto di Emilio viene affidata a Mario Sironi. A eseguirlo è invece poi Aldo Mazza, artista che lavora anche come vignettista e disegnatore, suggerito nel testamento dallo stesso benefattore. Ha come modello una fotografia e lo rappresenta, con realismo e buona capacità di analisi psicologica, in piedi, nell'angolo di un salotto dell'appartamento milanese del benefattore, in Foro Bonaparte.