Erminia Bozzotti (1851-1937), i cui genitori possedevano l'albego "Il biscione" in Piazza Fontana, si dedica all' insegnamento, divenendo poi un'apprezzata direttrice didattica. Si separa dal marito pochi mesi dopo il matrimonio e perde il figlio dell'età di quattro anni. Nel testamento nomina eredi in parti uguali l'Ospedale Maggiore di Milano e l'Opera Pia Sordomuti, con l'obbligo di numerosi legati in favore di varie istituzioni benefiche, tra cui l'Istituto dei Ciechi e i Piccoli di Padre Beccaro, a cui la sorella Teresa, morta vent'anni prima, aveva lasciato tutte le sue sostanze. L'esecutore testamentario propone Ernesto Pirovano per l'incarico del ritratto, ma Ezio Mojoli scrive alla Commissione Artistica avanzando la sua candidatura perché aveva conosciuto la defunta. Tardando l'assegnazione ufficiale, i parenti informano di aver consegnato a Pirovano le fotografie della benefattrice e che l'artista, pur senza designazione, avrebbe consegnato il ritratto finito. La Commissione in prima battuta lo respinge, aggrappandosi al cavillo che era stato eseguito segna committenza ufficiale, ma poi, tre mesi dopo, lo accetta sia perché Ernesto Pirovano era in nota da anni per un incarico, sia, soprattutto, perché giudica il ritratto qualitativamente valido e somigliante.