Ersilia Comolli (1881-1963) è figlia adottiva di Vittore Corda, a sua volta benefattore dell' Ospedale. Quando, ormai vedovo, Vittore Corda era morto, aveva lasciato erede dei suoi beni (un'abitazione e dei risparmi) la Ca' Granda, con l'abbligo dell'usufrutto vitalizio in favore della figlia Ersilia, in realtà figlia di primo letto della moglie Rosa Farioli vedova Comolli, alla quale lui aveva dato anche il proprio cognome. Ersilia, che non si sposa e vive nel culto dei suoi genitori, vivendo modestamente e riuscendo a risparmiare sulla rendita vitalizia, decide di imitare il gesto generoso del padre e destina i 20 milioni dei suoi beni all'Ospedale, motivando così la donazione: "Ringrazio infinitamente l'onorevole Ospedale maggiore per tutte le sue assistenze premurose che in vita mi hanno prodigato, così ho potuto constatare che le persone oneste meritano un premio". La Commissione del ritratto viene affidata a Gino Moro, molto noto anche come vedutista: anche se forse la composizione appare un po' rigida, i contorni degli oggetti e della figura sono ben definiti e piacevoli i colori vivi che si amalgamano in un insieme armonico.