Felice Villa (1825-1900) Ricco commerciante, patriota durante le guerre d'Indipendenza, mecenate nei confronti di diversi artisti, nel suo testamento nomina erede universale l'Ospedale Maggiore, gravandolo però di numerosi legati in favore di altre organizzazioni assistenziali, amici e parenti. Tra i legati, il più cospicuo è quello di 200.000 lire al suo comune natale, Mariano Comense (Como) per la fondazione di un ospedale. Non dimentica l'Associazione Veterani delle Cinque Giornate destinando anche ad essa una somma e abbuona un semestre d'affitto a tutti gli inquilini dei suoi numerosi immobili la cui pigione non fosse superiore alle 100 lire. Chiede che l'Ospedale costruisca al Cimitero Monumentale una cappella di famiglia con 12 posti, che costa al nosocomio 40.000. L'eredità netta per la Ca' Granda comunque alla fine risulta di 450.000 lire. La commissione del ritratto, per esplicita volontà del benefattore, viene affidata a Enrico Bartezago, suo amico, che esegue anche diversi ritratti per la Quadreria dell' Istituto dei Ciechi.
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