Ferdinando Porini (1862-1937), nato a Milano, è figlio di un valente giurista, mazziniano e patriota, che ripara in Svizzera nel 1856 (poi emigra addirittura in Argentina) e rientra in Italia solo alla vigilia dell'Unità. Ferdinando pesta servizio per oltre quarant'anni negli uffici amministrativi del Comune della sua città. Cinofilo e cacciatore, appassionato di tiro a volo, nel testamento, in cui nomina eredi i nipoti e si scusa di "lasciare poco denaro" (in tutto 70.000 lire, di cui 50.000 vuole siano devolute all'Ospedale Maggiore), chiede di essere ritratto in tenuta da cacciatore e coi suoi cani. La somma gli avrebbe dato diritto a un ritratto a mezza figura: gli eredi si incaricano di far eseguire a loro spese un ritratto a figura intera da Mario Maserati; attivo soprattutto nella pittura di genere sacro, l'artista utilizza qui un disegno marcato e campiture nette; la "decisione" del tratto pittorico senza chiaroscuri e sfumature evoca, più che una fotografia, un cartellone pubblicitario.