Ritratto di Ferdinando Valerio

Ferdinando Valerio, uomo religiosissimo e fratello di Antonio, a sua volta benefattore dell'Ospedale Maggiore, prima di morire ll 30 novembre 1908 istituisce erede il suo amministratore, Cesare Finoli, che dispone in sua memoria un legato di 100.000 lire in favore dell'Ospedale e un altro di 5000 lire per l'Ospedale Ciceri-Fatebenesorelle. La commissione del ritratto è affidata ad Antonio Piatti, ma Finoli fa presente che il benefattore avrebbe gradito che l'incarico fosse assegnato a Lazzaro Pasini, che aveva già realizzato alcuni dipinti privati. L'incarico viene revocato a Piatti, che aveva già eseguito degli abbozzi d'ambiente; Pasini esegue l'incarico, avendo a modello la maschera funebre perché del benefattore non esistevano fotografie. Sceglie di ambientare l'opera, come già aveva fatto Emilio Magistretti nel ritratto del fratello Antonio, all'interno del Duomo di Milano, dalle cui vetrate irrompono ampi fasci di luce colorata.