Francesco Beretta (1834-1916), ragioniere, patriota e garibaldino, con fortunati investimenti in Borsa accresce il suo patrimonio. Quando muore è la vedova, Corinna Gualdi, a elargire in sua memoria la somma di 100.000 lire all'Ospedale Maggiore, con la clausola dell'usufrutto vitalizio. L'opera viene commissionata a Arturo Ferrari, che vi inserisce lo squarcio di una veduta milanese ('ingresso dell'Ambrosiana, affacciato sullo slargo allora chiamato Piazza della Rosa 2); approvata dalla Commissione Artistica dopo la richiesta di alcuni ritocchi, è criticata aspramente dalla vedova, che ne chiede il rifacimento facendo presente che il marito non era un frequentatore dell'Ambrosiana, non usciva mai senza cappello e che gli accessori con cui è rappresentato - paglietta, bastone, cravatta, spilla, catena col ciondolo, anello, perfino il taglio dei capelli - non lo rappresentano. L'artista ci rimette nuovamente mano, correggendo in parte, e alla fine il quadro entra ufficialmente nelle Collezioni Ospedaliere.