Francesco Riva aveva beneficiato l'Ospedale Maggiore donando 100.000 lire dopo la morte della prima moglie, Cesarina Miani, scomparsa nel 1908 a soli 22 anni, destinando la cifra alla costruzione di un Padiglione di Urologia da intitolarsi a lei. Questo ritratto del benefattore, scomparso nel 1926, viene fatto pervenire dalla seconda moglie Maria Tartarini, perché venga esposto nell'atrio del Padiglione di Urologia "Cesarina Riva", sopra la lapide commemorativa. Del dipinto, opera di Salvatore Corvaya, non si conosce con precisione la data di esecuzione; realizzato dal vero, è probabilmente collocabile cronologicamente intorno al 1915, negli anni in cui l'artista aderiva al cosiddetto "Impressionismo Lombardo": infatti lo sfondo di alberi, cespugli ed erba diffonde nella composizione una luminosità diffusa, in cui ben si inserisce la mezza figura del benefattore vestita di scuro, colto in una posa sciolta e spontanea e con un lieve sorriso sul volto espressivo.