Francesco Rizzi (1851-1911), industriale milanese, è fratello di Emilio e Giovanni, a loro volta benefattori dell'Ospedale Maggiore. Giovanni, che ne è un primario, nel proprio testamento nomina l'Ente erede universale, chiedendo di onorare col ritratto anche i suoi due fratelli, in quanto in maniera non ufficiale, utilizzandolo come tramite, avevano molto contribuito alle elargizioni da lui fatte in vita (la prima di 100.000 lire quando smette la professione, la seconda di 260.000 lire per l'ampliamento del padiglione urologico "Cesarina Riva", la terza di 300.000 lire agli Istituti Clinici di Perfezionamento, annessi all'Ospedale Maggiore e voluti da Luigi Mangiagalli, per il completamento dell'Istituto di chimica biologica). La commisisione del ritratto di Francesco viene affidata prima a Cesare Fratino, che però declina l'incarico. Lo esegue allora Alberto Bianchi, nipote di Mosè Bianchi e allievo di Antonio Mancini.