Giorgio Clerici, mercante di seta, diventa socio di Giovanni Pietro Carcano, benefattore dell'Ospedale Maggiore, e grazie a questa sua seconda vita come banchiere diviene ricchissimo, ottenendo anche il titolo nobiliare di marchese. Con il testamento in data 10 luglio 1660 lascia una cospicua somma all'Ospedale, oltre a diversi appezzamenti di terreno. Il ritratto è attribuito a Carlo Cane, pittore nativo di Gallarate, influenzato dalla pittura di Morazzone. Lavora anche alla Certosa di Pavia. Personaggio estroso, suonava bene anche la chitarra liutata, riscuotendo un buon successo mondano nella società del tempo. La sua bottega era molto frequentata.