Giovanni Pietro Carcano, detto "il Ricco" (1559-1624) originario di Cantù (Como), viene considerato a ragione il secondo fondatore dell'Ospedale Maggiore, dopo il duca di Milano Francesco Sforza che ne avviò la costruzione: banchiere e commerciante di lane, quando muore lascia all'Ente l'usufrutto di metà della sua sostanza per 16 anni, con l'obbligo di ingrandire il fabbricato, i cui lavori languivano da tempo per mancanza di fondi. Si calcola che la somma giunta all'ospedale nel corso degli anni ammonti a oltre 1.100 lire. L'ampliamento avviene tre il 1629 e il 1646, sotto la direzione dgli architetti Giovanni Battista Pessina, Francesco Maria Richini e Fabio Mangone. A Giovanni Pietro Carcano si deve anche la fondazione, sempre a Milano, del Convento di Santa Maria dei Sette Dolori in Porta Orientale (oggi Porta Venezia), in un ex edificio per trovatelli. Qui potevano diventare monache agostiniane le ragazze indigenti della famiglia Carcano. Per via del colore dell'abito monastico, fu anche chiamato convento di Santa Maria delle Celesti o di Santa Maria delle Turchine, oltre che di Santa Maria delle Carcanine, per via del fondatore. Viene soppresso nel 1782 e il giardino inglobato in quello degli attuali Giardini Pubblici. Una curiosità sul testamento: Carcano richiede che, a partire dai discendenti del figlio Marco, che all'epoca della morte del padre aveva due anni, tutti i primogeniti portassero il nome Giovanni Pietro, contrassegnato da un numero d'ordine. Chiede di essere sepolto nella chiesa di San Tommaso in via Broletto. Esegue il ritratto Giacomo Antonio Santagostino, appartenente a una famiglia di pittori della zona del lago di Como, padre di Agostino (autore di un bel telero nella chiesa di San Fedele), e di Giacomo.