Giovanni Battista Birago (1738-1822), militare dell'esercito austriaco, giunge al grado di Maggiore (e nel quadro ne indossa la divisa). Col suo testamento istituisce erede la moglie Cristina Croce, prevedendo ampi legati per l'Ospedale Maggiore. Si era sposato per rispettare il testamento del fratello, mons. Lancellotto Gaspare, a sua volta benefattore dell'Ospedale, che nel 1794 lo obbligava a maritarsi, entro i successivi due anni, con una dama milanese. Il ritratto viene commissionato al celebre pittore del romanticismo italiano Francesco Hayez ed evoca un’ambientazione “cimiteriale” per i cipressi, la lapide, le pietre squadrate e la posa statuaria del personaggio, forse anche a ricordo del desiderio espresso nel testamento da Birago che gli fosse innalzato un monumento nel camposanto di Lazzate (Monza), località di provenienza della famiglia, “non per vanagloria, ma per ricevere maggiori suffragi”. Il pubblico colto milanese si divise ai tempi sulla preferenza da accordare a questo ritratto o a quello di Pietro Lattuada di Pelagio Palagi, altro grande ritrattista della Milano del momento, in una sorta di contesa ideale tra due soggetti di tema militare dipinti da due pittori in auge, rivali-amici.
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