Il cardinale Giovanni Battista Caprara (1733 - 1810), come si può dedurre in parte anche dalle iscrizioni a piede del ritratto, aveva rivestito diverse importanti cariche laiche (Senatore del Regno d'Italia, Gran Dignitario dell'Ordine della Corona Ferrea e Grand'Aquila della Legion d'Onore) ed ecclesiastiche (arcivescovo di Milano dal 1802, arcivescovo di Jesi, legato della Santa Sede per conto di Napoleone, Nunzio Apostolico a Vienna sotto il pontificato di Pio VII. Nel maggio del 1805 benedice Napoleone I imperatore nel Duomo di Milano. Muore a Parigi nel 1810 e gli vengono tributate esequie solenni. Seppellito a Parigi, il suo cuore trova invece sepoltura a Milano, in una teca a forma di cuore deposta nella cappella di San Giovanni Evangelista nel Duomo. Lascia erede l'Ospedale Maggiore di una cospicua sostanza, circa 1 milione di lire, beneficia i poveri con un lascito di 1000 scudi. La commissione del ritratto viene affidata a Protaso Gerolamo Stambucchi, che lo rappresenta in piedi fra la poltrona e lo scrittoio nello sfarzo della porpora cardinalizia con la mozzetta d'ermellino e il manto a strascico mentre regge in una mano il testamento a favore dell'Ospedale Maggiore. Sul tavolo sono ben visibili l'aquila della Legion d'Onore e l'insegna dell'ordine della Corona Ferrea. Molto realista nella raffigurazione della corporatura pesante, del portamento leggermente curvo e nella marcata fisionomia, il quadro è austeramente neoclassico ma privo di idealizzazione.