Ritratto di Giovanni Rizzi

Giovanni Rizzi (1844-1920), originario di San Giuliano Milanese, di nobile e agiata famiglia, laureato in medicina a Pavia, medico dell'Ospedale Maggiore, che conclude la sua carriera come primario di chirurgia, fa tre cospicue donazioni in vita alla Ca' Granda: la prima di 100.000 lire quando smette la professione, la seconda dieci anni dopo, di 500.000 lire, riservandosi un usufrutto e chiedendo la costituzione, alla sua morte, della "Fondazione dei fratelli dott. Giovanni, ing. Emilio e Francesco Rizzi di Montone per i malati poveri del Comune di San Giuliano Milanese" che doveva occuparsi del ricovero e della convalescenza dei malati del Comune di nascita, la terza di 260.000 lire, con un usufrutto in favore di una cognata, per l'ampliamento del padiglione urologico "Cesarina Riva". Agli Istituti Clinici di Perfezionamento, annessi all'Ospedale Maggiore e voluti da Luigi Mangiagalli, destina quasi 300.000 lire per il completamento dell'Istituto di chimica biologica. La commissione del ritratto viene affidata a Aldo Mazza, molto noto a Milano negli anni Venti come ritrattista (nel 1924 gli era stata dedicata una intera sala alla "Mostra del ritratto femminile" di Monza) e come autore delle vignette satiriche del "Guerin Meschino", che raffigura il benefattore, nel cortile maggiore dell'Ospedale in un dipinto dove fonde con garbo l'influenza pittorica della ritrattistica lombarda di fine Ottocento con la vivacità di tratto della sua esperienza di disegnatore. Nella Quadreria Ospedaliera si conservano anche i ritratti dei fratelli di Giovanni Rizzi, Emilio e Francesco.