Giulia Lucini Colombani (1851-1893), vedova di Alessandro Colombani uno dei soci fondatori del "Corriere della Sera", muore di tubercolosi a poco più di quarant'anni. Nel testamento, stilato tre anni prima della morte, stabilisce di lasciare la sua intera sostanza, circa 350.000 lire, all'Ospedale Maggiore, dopo aver previsto una serie di legati per amici, parenti e personale di servizio. La commissione del ritratto viene affidata a Mosè Bianchi, allievo di Giuseppe Bertini all'Accademia di Brera, affermato ritrattista anche dell'Ospedale San Gerardo e altri istituti asssitenziali di Monza; anche il fratello minore, Gerardo, è esecutore di ritratti per l'ospedale monzese. Mosè Bianchi ne fa un ritratto vivissimo, mondano, estremamente aggraziato, accostabile alla ritrattistica di Boldini. La benefattroce tiene tra le mani una copia della rivista "L'Illustrazione italiana".