Il conte Giulio Fedeli (1717-1789), gentiluomo di camera e ciambellano dell'imperatore, uno dei Sessanta Decurioni di Milano e dei Dodici Vicari di Provisione, nomina erede universale l'Ospedale Maggiore, prevedendo però numerosi legati per altre Opere Pie e per privati (a questi la sua collezione di quadri). L'incarico per il ritratto viene assegnato a Paolo Pagani, che sceglie un tono celebrativo nella "mise" elegante, idonea al titolo nobiliare e agli importanti incarichi rivestiti, con tanto di spadino che spunta dalla redingote preziosamente ricamata, e nel mobile cui poggia la mano che stringe i guanti (una consolle dalle ricche dorature), ma realistico nella rappresentazione fisiognomica.