Giuseppe Brentano Granta (1754-1819), nobile milanese, amante della vita brillante e animatore dei salotti dell'aristocrazia, lascia all'Ospedale Maggiore il suo patrimonio e una consistente raccolta di dipinti e disegni di Francesco Londonio, ceduti nel 1822 alla Pinacoteca di Brera. La commissione del ritratto è affidata a Gioacchino Serangeli, artista romano, che lo dipinge durante il suo decennio di permanenza milanese, al ritorno da Parigi (dove era stato allievo di David, di cui aveva copiato il celebre "Marat assassinato" per la traduzione su un arazzo della Manifatura Nazionale dei Gobelins) e prima del suo trasferimento a Torino come pittore presso la corte di Carlo Felice. Esposto a Brera nel 1820, il dipinto segna un importante mutamento nell'iconografia dei ritratti ospedalieri, introducendo, oltre al benefattore con lo sfondo dei porticati della Ca' Granda, anche alcune figure di poveri in atto di ricevere l'elemosina. Proprio l'esposizione a Brera nel 1820 ne consente la datazione, mancando nell'archivio ospedaliero qualsiasi traccia di documentazione. Nel quadro l'iscrizione a sinistra sul pilastro reca i "dati anagrafici" del defunto, mentre sul foglio porto ai mendicanti si legge "Testamento/ di Gius. Grianta".