Giuseppe Quaglia (1720-1801) sacerdote, istituisce erede universale l'Ospedale Maggiore, che commissiona il ritratto a Filippo Bellati, pittore attivo a Milano nella prima metà dell'Ottocento, seguace di Andrea Appiani, noto anche come frescante, e che esegue nove ritratti per la Quadreria Ospedaliera. Il dipinto, che Bellati svolge ispirandosi allo stile di un altro fortunato ritrattista dell'Ospedale, Antonio Francesco Biondi, dà un'immagine familiare del benefattore, molto realistica e per certi versi anche bonariamente ironica: il personaggio è caratterizzato in maniera anticonvenzionale, sorpreso nel pieno di un'intenta lettura che gli corruga la fronte e gli increspa il mento. La statuetta della Vergine sul tavolo è probabilmente la raffigurazione di quella, in alabastro, che Giuseppe Quaglia, parroco della chiesa milanese di San Sebastiano, lasciò al proprio esecutore testamentario, parroco della chiesa di San Sepolcro.