Giuseppina Rossi (1845-1930), vedova di Carlo Casartelli, imprenditore tessile, nel suo testamento nomina erede universale l'Ospedale Maggiore, chiedendo che venga commemorato col ritratto anche il marito, "il suo povero Carlo", scomparso nel 1917 (esegue il ritratto Esodo Pratelli). La commissione del ritratto della signora Rossi viene affidata a Raffaele De Grada che, avendo a modello una fotografia, ritrae la benefattrice in età avanzata, seduta davanti a un portico e vestita come appare in foto, con le mani realisticamemte deformate dall'artrosi. De Grada, che inizia la sua attività in Toscana, approda poi a Milano dove entra in contatto con "Novecento" e le nuove leve di artisti contemporanei.