Ida Bianchi (1894-1983), nasce ad Abbiategrasso (Milano), sposa in prime nozze Egidio Sibilla e in seconde Giuseppe Ernesto Manzotti, un piccolo industriale; nel testamento nomina erede universale l'Ospedale Maggiore, riconoscente per le sollecite cure prestate al suo secondo marito durante una degenza al Policlinico. Il ritratto viene commissionato a Giancarlo Vitali, nome caldeggiato da Giovanni Testori, intellettuale, scrittore, critico letterario e pittore, allora membro della Commissione Artistica. L'artista dipinge un quadro realistico e nel contempo allegorico: la benefattrice è in piedi sulla soglia della sua abitazione, di cui si legge bene la targa col cognome, mentre il suo gattino bianco esce dalla porta, nell'atto di fare la carità a un povero vecchio col cappello in mano. Qualche critica è stata mossa al pittore per aver rappresentato Ida Bianchi con un'aria un po' supponente nei confronti del mendicante, ma forse è solo lo sguardo diretto verso lo spettatore a suggerire questo presunto atteggiamento di superiorità.
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