Questo è il terzo ritratto eseguito per commemorare Ida Origgi (1874-1932), figlia del proprietario di una piccola trattoria, ma con una madre benestante, e che può concedersi una vita al riparo da preoccupazioni economiche assecondando la sua passione per i viaggi. Vittima di un incidente d'auto il 1 gennaio 1932, viene trasportata all'Ospedale Maggiore dove muore serenamente, dopo aver discolpato l'autista e confermato le sue disposizioni testamentarie, in seguito alle quali l'Ospedale Maggiore eredita il suo patrimonio di 3 milioni di lire, con sette legati di 100.000 per altre Istituzioni assistenziali e numerosi lasciti per amici e parenti. A tre pittori viene affidata in successione l'esecuzione del ritratto: non soddisfano la Commissione Arttistica né l'opera di Aurelio Cartone (suggerito dalla benefattrice stessa) né quella di Cristoforo De Amicis; alla fine convince questo dipinto, rigoroso e essenziale di Piero Marussig, influenzato dalla pittura di Arturo Tosi, pur con l'obbligo di qualche ritocco. Sia Marussig sia De Amicis si sono ispirati, nella composizione e nella posa, al ritratto eseguito da Aurelio Cartone, che conosceva bene la defunta. In una mostra milanese di grafica di Marussig del 1986 è stato esposto un bozzetto a matita preparatorio del ritratto.