Irene Orsi (1877-1964) è la vedova dal pittore Camillo Rapetti, artista rinomato insegnante all'Accademia di Brera, che spazia in tecniche diverse e che lavora molto per la Congregazione di Carità, l'Istituto dei Ciechi e, ovviamente, per l'Ospedale Maggiore, non solo come ritrattista, ma come frescante, in quanto dipinge la volta e il presbiterio della chiesa ospedaliera. Nel 1930, anno successivo alla morte del marito, Irene dona proprio i cartoni degli affreschi e una sessantina di opere, fra cui dipinti a olio, acquerelli e disegni, che avrebbero dovuto essere raccolte in una saletta a lui dedicata nel museo ospedaliero, che si pensava di costituire, insieme a un busto in bronzo realizzato da Giannino Castiglioni. Nel 1938 dispone ancora in favore della Ca' Granda una somma di 50.000 lire oltre a un suo terreno di proprietà a Bonassola (La Spezia), chiedendo che nella sala museale dedicata al marito fosse posto anche il presente ritratto a pastello, che la raffigura, eseguito dal vero nel 1913 da Roberto Haardt, all'epoca allievo ventenne di Rapetti, ed in seguito indirizzatosi verso l'arte informale.